L’ho aiutata a mettersi il bavaglio. E’ arrivata la colazione.
Si alza con fatica ed inizia a mangiare. Ma accade qualcosa. E vedo nei suoi occhi le lacrime.
Avrà forse ottant’anni, magari meno. La camicia da notte lascia scoperte delle gambe ancora forti. Le si sono attorcigliate le parole in bocca, l’altro giorno. Un leggero ictus.
Ma lei piange, ora. Ha versato il latte sul tavolino e non riesce a togliersi il tovagliolo.
Ed io piango con lei, dentro.
Non c’è un’età giusta per perdere la dignità.
E nessuno di noi è preparato ad invecchiare.
Cercavo le parole giuste ..non ne trovo. Penso che il brivido addosso esprima da solo l’emozione provata a leggere questo post!
Il reparto di geriatria di ogni ospedale ti mette in contatto con una realtà spesso nascosta dalla nostra società. Prima o poi ognuno di noi, purtroppo, la tocca con mano, la vita. E tutto ciò lascia il segno. Ed un’infinita tristezza e impotenza.